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Cimo, no alle autonomie regionali: dannose alla sanità

Sindacato Redazione DottNet | 21/10/2018 12:57

Infermieri (Fnopi), si rischia di favorire la deriva regionalistica

No ad "ulteriori autonomie regionali differenziate in ambito sanitario perché profondamente dannose".  Questa la posizione di Guido Quici, presidente di uno dei sindacati dei medici, CIMO, che si associa alla richiesta avanzata da Cittadinanzattiva al Ministro della Salute Grillo "di istituire urgentemente un tavolo di confronto in materia".  Il rischio, prosegue Quici, intervenuto durante la presentazione del Rapporto dell'Osservatorio sul Federalismo in Sanità, è che "il Governo, per seguire i suoi due diversi volti politici, uno che spinge per le autonomie e l'altro che cerca di frenarle, faccia riforme sbagliate. La proposta che il Ministero per gli Affari Regionali Erika Stefani si accinge a presentare dimostra in questo caso il profondo distacco tra le esigenze del mondo reale e contratti politici".

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Il Ministero della Salute deve avere su questo capitolo "un ruolo ex ante e non ex post rispetto alle ipotesi autonomistiche nella sanità". Quindi l'appello a "una mobilitazione unitaria di tutto il comparto sanitario, gli ordini professionali, i sindacati e le organizzazioni dei cittadini per arrestare questa deriva che porta solo perdita di diritti". Posizione simile quella del rappresentante della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi). "Questo processo - spiega Giovanni Grasso - rischia di favorire ulteriormente spinte verso l'egoismo territoriale e il sovranismo regionale, di ridimensionare il contributo fiscale delle Regioni ricche e aumentare la poca trasparenza del sistema e le relative diseguaglianze". Per questo "accogliamo con favore la proposta di un tavolo congiunto anche con gli infermieri che speriamo si renda operativo in tempi brevi". 

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